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Una società nella
quale sono sempre più
numerose le persone soggiogate
dai vizi della droga , dell’alcol
, del gioco d’azzardo , da gravi
dipendenze psico-patologiche di
natura tecnologica e
strumentale , è destinata a
perdere ogni capacità
di giudizio critico
e quindi ogni possibilità di qualsiasi proficuo
intervento sulla politica
di chi governa
il Paese , aprendo definitivamente la strada
a quei gruppi di potere ,
il cui obiettivo
è appunto il completo
controllo e il
pieno dominio sulla
società stessa , privando
la popolazione di
ogni diritto di
sovranità.
FAI DEL BENE
faidelbene37.blogspot.com/
NON DOBBIAMO
MAI DIMENTICARE CHE
IL MALE
PROSPERA CON LA RINUNCIA DEI BUONI A
CONTRASTARLO.FA' ANCHE TU QUALCOSA , AL FINE DI SOSTENERE UNA FORTE E DIFFUSA " CAMPAGNA EDUCATIVA " CONTRO L' USO DELLA DROGA , CONTRO L'ABUSO DI BEVANDE ALCOLICHE , CONTRO IL VIZIO DEL GIOCO D'AZZARDO ; RICORDIAMOCI CHE QUASI SEMPRE AD ESSI SI ACCOMPAGNANO VIOLENZA E DEGENERAZIONE UMANA..
L' ABUSO DI
BEVANDE ALCOLICHE
L’abuso di alcolici uccide in Italia 20mila persone all’anno ed è causa di
oltre 60 malattie. È come la droga e miete molte vittime fra i giovani, dagli
11 anni in poi
- Sono circa ventimila i morti provocati ogni anno in Italia
dall’alcol, più di quelli causati da droga (quasi mille decessi l’anno) e
incidenti stradali (5mila circa). E il consumo eccessivo di alcolici va oggi
considerato un importante e molto diffuso fattore di rischio per la salute: è
legato a ben 60 malattie diverse, incluso il cancro; è una delle principali
cause di cirrosi epatica e il secondo responsabile di morte prematura e causa
di malattia in Europa. Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto superiore di sanità lancia l’allarme in occasione
dell'Alcohol Prevention Day: «Sono oltre 8 milioni gli italiani che consumano
alcolici a rischio e oltre 4 milioni i binge drinkers, quelli che almeno una
volta nel corso dell’ultimo anno hanno consumato più di 6 bevande alcoliche in
un’unica occasione» dice, sottolineando le pessime abitudini che sempre più
dilagano specie fra giovani e giovanissimi.
MIX LETALE:
FUMO, ALCOL E ANORESSIA - Sono numerose e consolidate le
evidenze di una crescente cultura del bere sino all’intossicazione, da parte di
un numero rilevante di giovani, di minori al di sotto e sopra l’età legale in
Italia. Tra gli 11 e i 25 anni oltre 1 milione e 300mila, ragazzi e di ragazze,
bevono in maniera sporadica, occasionale o quotidiana secondo modalità a
rischio per la salute e la sicurezza e che richiedono iniziative di
intercettazione precoce del rischio e interventi mirati. Quel che è peggio,
molti giovanissimi associano fumo e alcol, abusando di entrambi. «Anche il peso
è una variabile da tenere in considerazione, e non per il sovrappeso ma per il
rischio contrario: il sottopeso - continua Scafato -. Emerge dai dati, la
tendenza da parte delle ragazze sottopeso a bere prevalentemente secondo
modalità a rischio. Il rischio è quello della cosiddetta drunkoressia, condizione in via di diffusione tra le
teenager che acquisiscono le calorie di cui hanno necessità esclusivamente
dall’alcol sommando così una doppia condizione patologica: l’anoressia e
l’alcol-dipendenza».
L’ALCOL COME
UNA DROGA - Gli effetti dell’alcol, ha spiegato
l’esperto, sono assimilabili a quelli delle altre droghe: induce alla
dipendenza fisica e psichica, provoca assuefazione e disturbi comportamentali.
È inoltre causa di circa 60 tipi diversi di malattie e responsabile di danni
alla salute, tra cui lesioni, disordine psichico e comportamentale, tumori,
patologie gastrointestinali, malattie cardiovascolari, immunologiche,
dell’apparato scheletrico, infertilità e problemi prenatali. Tutto ciò con
costi pesanti per il Servizio sanitario: nel nostro Paese, precisa Scafato, «la
collettività paga ogni anno oltre 11mila milioni di euro per gli effetti sulla
salute e sulla sicurezza, costi riferibili anche ai 4 milioni di ubriachi e
binge drinker». Nell’anno 2010, il 78,9 per cento degli uomini italiani e il
53,4 per cento delle donne di età superiore ad 11 anni ha consumato almeno una
bevanda alcolica. Oltre la metà dei connazionali ha bevuto vino (il 67,2 per
cento dei maschi, il 40,4 delle femmine) e quasi altrettanti (60,6 e 32,3 per
cento) hanno bevuto birra, mentre circa un terzo (29,8 per cento) ha
partecipato ad aperitivi alcolici. L’Italia, insieme alla Norvegia, ha comunque
un consumo pro capite di alcol puro inferiore agli altri paesi europei,
presenta con la Francia un elevato consumo di vino, ma vedo meno diffuso l’uso
di superalcolici (0,4 litri pro capite) e di birra rispetto al resto
dell’Europa. Va comunque sottolineato che il consumo di alcol nelle regioni
europee è il più elevato del mondo.
I giovani e l'alcol
I giovani usano
spesso l'alcol come una sostanza che dà piacere e che aiuta a trascorrere una
serata con gli altri eliminando le inibizioni e le resistenze psicologiche alla
propria espressione fisica e verbale.
I giovani,
d'altra parte, riconoscono che l'alcol ha, per gli effetti descritti, le
proprietà di una droga.Fino all'età di 20 anni circa, nel corpo umano non
sono ancora presenti gli enzimi destinati alla metabolilzzazione dell'alcol.Le
bevande alcoliche, quinidi, per i giovani risultano molto più nocive
rispetto ad un adulto, perchè l'etanolo non può essere scomposto in sostanze
più tollerabili.
Di fronte ad un
insuccesso scolastico, ad una lite familiare, per fare qualcosa di diverso in
gruppo, per assomigliare agli adulti o per mille altri motivi, molti giovani
ricorrono alle bevande alcoliche.
Essi
acquisiscono così delle abitudini che possono portarli prima o poi a sviluppare
una dipendenza alcolica o una dipendenza mista (alcol, fumo, psicofarmaci,
droghe) ancora più pericolosa.
Sono più a rischio soprattutto coloro che
assumono alcol per i suoi effetti piacevoli, in quanto nel tempo dovranno bere
sempre di più per poterli avvertire con l'intensità cui sono abituati.
Quando di una persona si dice che "regge
l'alcol" significa che quella persona, continuando ad assumere bevande
alcoliche in quantità e con frequenza sempre maggiore, ha sviluppato una
tolleranza nei confronti dell'alcol.
Ma questo non significa che per lui l'alcol sia meno dannoso, anzi, proprio perchè lui avverte i sintomi dell'intossicazione acuta tardivamente, è portato ad assumere alcol in quantità elevate, sovraccaricando il fegato ed esponendo quindi il suo organismo agli effetti tossici di questa sostanza.
Ma questo non significa che per lui l'alcol sia meno dannoso, anzi, proprio perchè lui avverte i sintomi dell'intossicazione acuta tardivamente, è portato ad assumere alcol in quantità elevate, sovraccaricando il fegato ed esponendo quindi il suo organismo agli effetti tossici di questa sostanza.
Inoltre può instaurarsi nel tempo anche un legame di dipendenza fisica e psicologica, con la comparsa di sintomi di astinenza qualora si riduca o si interrompa bruscamente la sua assunzione.
La legge n° 214 del 1 agosto 2003,
che converte in legge il decreto legge 27 giugno 2003 n° 151, recante modifiche
e integrazioni al Codice della Strada, ha introdotto l'articolo 6-bis che
prevede il divieto di somministrazione di bevande superalcoliche (superiori a
21°) negli esercizi commerciali con accesso sulle autostrade.
Gran parte delle norme vietano solo la somministrazione diretta delle bevande alcoliche, ma non esiste finora nessuna disposizione che regolamenti la vendita. Questo significa, ad esempio, che ad un minore di 16 anni per legge non può essere servito un bicchiere di vino, ma può liberamente acquistarne una bottiglia intera in un supermercato.
Gran parte delle norme vietano solo la somministrazione diretta delle bevande alcoliche, ma non esiste finora nessuna disposizione che regolamenti la vendita. Questo significa, ad esempio, che ad un minore di 16 anni per legge non può essere servito un bicchiere di vino, ma può liberamente acquistarne una bottiglia intera in un supermercato.
I comportamenti di consumo diffusi tra i
giovani richiedono una particolare attenzione e adeguati interventi, per la
possibilità di gravi implicazioni di ambito non solo sanitario ma anche
psico-sociale, data la facilità di associazione con altri comportamenti a
rischio, assenze scolastiche, riduzione delle prestazioni scolastiche,
aggressività e violenza, oltre alle possibili influenze negative sulle abilità
sociali e sullo sviluppo cognitivo ed emotivo. Essi possono inoltre portare a
condizioni patologiche estreme come l’intossicazione acuta alcolica o
l’alcoldipendenza.
Altri problemi nascono dalla diffusione
di un uso dell’alcol simile a quello delle altre sostanze psicoattive, con
finalità di sballo e ricerca dell’ubriachezza, uso che rischia tra l’altro di
fungere da ponte verso le sostanze psicoattive illegali. La diffusione di un
policonsumo di sostanze psicoattive legali e illegali viene confermata da varie
fonti ivi compresa la rilevazione del Ministero della Salute sui comportamenti
di consumo degli utenti dei servizi alcologici.
Il “binge drinking”, modalità di consumo
alcolico che comporta l’assunzione in un’unica occasione e in un ristretto arco
di tempo di quantità di alcol molto elevate, è diffuso maggiormente tra i
giovani di 18-24 anni, rappresentando la quasi totalità del consumo a rischio
in questa fascia di età. I giovani lo praticano soprattutto nei contesti della
socializzazione e del divertimento collettivo, spesso bevendo volontariamente
fino ad arrivare all’ubriachezza e all’intossicazione alcolica. Nel 2012 il
14,8% dei giovani fra i 18 e i 24 anni ha dichiarato comportamenti binge drinking,
il 20,1% tra i maschi e il 9,1% tra le femmine (dati ISTAT).
L’ISTAT ha rilevato che tra i giovani di
14-17 anni i consumi fuori pasto presentano un trend tendenzialmente in
crescita fino al 2011, mentre tra il 2011 e il 2012 si registra un notevole
calo, che riporta i valori del 2012 a un livello pressoché analogo a quello
rilevato all’inizio del decennio (15,1%). E’ implicito che per quest’ultima
fascia di età occorrerà impegnarsi molto ed in molti ambiti, soprattutto nel
far rispettare la nuova legge 189/2012 che prevede il divieto di
somministrazione e di vendita di bevande alcoliche ai minori di 18 anni, in
modo da portare il valore a zero.
Il fenomeno della diffusione dell’abuso
giovanile è ben rappresentato dall’analisi dell’utenza in carico presso i
servizi per l’alcoldipendenza, nell’ambito della quale i giovani al di sotto
dei 30 anni rappresentano il 9,1%. Si tratta di una percentuale consistente,
anche se in lieve calo rispetto al dato del 2011, che era pari al 9,8%. Diversa
è invece la tendenza registrata per i nuovi utenti al di sotto dei 30 anni che
è in lieve aumento rispetto al 2011 (13,7% nel 2012, 13,5% nel 2011).
In Italia si è inteso tutelare ulteriormente i giovani
dai rischi connessi all’alcol, in considerazione degli effetti sull’organismo
di questi in ragione della giovane età.
La Legge n. 189 dell’8 novembre 2012 stabilisce, infatti, il divieto di vendita e di somministrazione di bevande alcoliche ai minori di anni 18 e l’obbligo di richiedere il documento di identità per accertare l’età dell’acquirente.
La Legge n. 189 dell’8 novembre 2012 stabilisce, infatti, il divieto di vendita e di somministrazione di bevande alcoliche ai minori di anni 18 e l’obbligo di richiedere il documento di identità per accertare l’età dell’acquirente.
Alcol e sesso
L'alcool è una sostanza che si è
conquistata nel tempo la fama di afrodisiaco. In realtà il suo effetto sulle
strutture cerebrali è soprattutto di tipo inibitorio. L'effetto deprimente a livello
neurologico è di tipo progressivo proporzionalmente alle concentrazioni che
raggiunge nel sangue. A basse dosi, un bicchiere di vino o una lattina di birra
per intenderci, l'alcool inibisce i centri del cervello che governano la paura
con una conseguente riduzione dello stato d'ansia. Tale effetto provoca spesso
un temporaneo incremento della libido in persone solitamente inibite. Con
l'aumento della concentrazione ematica, l'effetto inibitorio si estende,
deprimendo rapidamente il comportamento del soggetto in generale, reazione
sessuale inclusa. Ovvero l'alcool è in grado di facilitare l'espressione del
desiderio sessuale, ma nello stesso tempo può interferire con la risposta
sessuale compromettendo la funzione erettile ed eiaculatoria. Quanto finora
detto fa riferimento ad assunzioni occasionali o in quantità medio-bassa di
alcolici; il loro consumo abitudinario in alte dosi compromette infatti in
grado severo tutto il circuito della sessualità, dal desiderio all'orgasmo,
provocando danni talvolta irreversibili. Un abuso reiterato o in quantità
smodate può ostacolare anche pesantemente il fisiologico circuito del piacere e
del benessere.
Nella nostra cultura spesso si associa
l'uso di alcol e la capacità di "reggerne" forti quantitativi
(tolleranza) ad una immagine di virilità. Nella realtà, i maschi che usano
alcol in dosi elevate possono andare incontro a problemi di sterilità,
impotenza e perdita dei caratteri sessuali maschili secondari (peli, tessuto
muscolare) con comparsa invece di quelli femminili (ginecomastia, ossia aumento
delle mammelle nel maschio). Nelle donne invece possono verificarsi sterilità e
problemi mestruali.
Difficoltà motorie, di eloquio, tempi di
reazione rallentati, compromissione della memoria: sono tutti evidenti effetti
dell’alcol sul cervello.
Alcuni di questi deficit sono già
rilevabili dopo uno o due bicchieri, e si risolvono rapidamente non appena si
interrompe l’uso di alcol. Tuttavia, in alcuni soggetti che bevono molto e per
lungo tempo, tali deficit possono permanere anche una volta raggiunta la
sobrietà.
In che modo influisca esattamente l’alcol
sul cervello, e se sia possibille annullare gli effetti derivanti
dell’uso, sono argomenti sui quali la ricerca odierna si sta concentrando.
Ciò che sappiamo oggi con certezza è che
l'uso di alcol può avere effetti di ampia portata sul cervello, che vanno dal
semplice vuoto di memoria a una condizione permanente di debilitazione, che
richiede un trattamento di custodia permanente, come dimostrano i numerosi
studi sull’impatto dell’alcol sulla guida.
Diversi sono i fattori che influenzano
l'impatto dell'alcol sul cervello, tra questi:
§
la
quantità e le modalità di assunzione di alcol;
§
l'età
di inizio e la durata di assunzione;
§
l'età,
il livello di scolarità, il sesso, l'assetto genetico o l'eventuale storia
familiare di alcolismo di un individuo;
§
l'eventuale
presenza di esposizione prenatale all'alcol;
§
la
condizione di salute generale.
Di seguito vengono risportati i più comuni
disturbi associati ai danni cerebrali alcol-correlati e gli individui a maggior
rischio.
Perdita
di coscienza e vuoti di memoria
L'alcol può determinare deficit di
memoria rilevabili dopo soli pochi bicchieri e il grado di deficit aumenta in
modo direttamente proporzionale alla quantità di alcol assunta.
Grandi quantità di alcol, specie se consumate
rapidamente e a stomaco vuoto, possono provocare perdita di coscienza o
incapacità di ricordare dettagli di eventi, o addirittura eventi interi,
intercorsi in un determinato lasso di tempo.
La perdita di coscienza è molto più
comune tra i cosiddetti “bevitori sociali” e dovrebbe essere considerata come
una potenziale conseguenza di intossicazione acuta, a prescindere dall’età e
dall’eventuale dipendenza clinica dall’alcol del consumatore.
La sperimentano sia uomini che donne, nonostante i primi assumano quantità molto più significative di alcol rispetto alle donne. Ciò indica che, a dispetto della quantità di alcol assunta, gli individui di sesso femminile risultano a maggior rischio dei soggetti di sesso maschile, per le differenti modalità di metabolizzazione della sostanza. Le femmine inoltre, potrebbero essere più sensibili dei maschi a forme più lievi di deficit di memoria alcol-indotti, pur assumono le stesse quantità di alcol dei maschi.
La sperimentano sia uomini che donne, nonostante i primi assumano quantità molto più significative di alcol rispetto alle donne. Ciò indica che, a dispetto della quantità di alcol assunta, gli individui di sesso femminile risultano a maggior rischio dei soggetti di sesso maschile, per le differenti modalità di metabolizzazione della sostanza. Le femmine inoltre, potrebbero essere più sensibili dei maschi a forme più lievi di deficit di memoria alcol-indotti, pur assumono le stesse quantità di alcol dei maschi.
Le
donne sono più vulnerabili agli effetti dell'alcol sul cervello?
Le donne sono più vulnerabili degli uomini
alle numerose conseguenze mediche dell'uso di alcol, quali ad es. la cirrosi,
la cardiomiopatia (danno al muscolo cardiaco), la neuropatia periferica (danno
al sistema nervoso).
Due studi, condotti con tecniche di visualizzazione attraverso tomografia computerizzata, hanno messo a confronto il rimpicciolimento del cervello, comune indicatore del danno cerebrale, di uomini e donne ed hanno riportato in entrambi i sessi un significativo ridimensionamento cerebrale rispetto ai soggetti del gruppo di controllo, con problemi di apprendimento e di memoria simili in entrambi i sessi. L'unica differenza riscontrata è stata che le donne alcoliste hanno riferito di aver bevuto fortemente per un periodo di tempo equivalente a circa la metà di quello degli uomini.Ciò significa che il cervello delle donne, al pari degli altri organi, è più vulnerabile, rispetto agli uomini, ai danni causati dall'alcol. Altri studi a riguardo invece, non sono giunti a conclusioni definitive. Sono necessari quindi maggiori studi sull'argomento ma, secondo numerose evidenze scientifiche, pare che le donbne siano particolarmente vulnerabili agli effetti dell'alcol su numerosi organi principali.
Due studi, condotti con tecniche di visualizzazione attraverso tomografia computerizzata, hanno messo a confronto il rimpicciolimento del cervello, comune indicatore del danno cerebrale, di uomini e donne ed hanno riportato in entrambi i sessi un significativo ridimensionamento cerebrale rispetto ai soggetti del gruppo di controllo, con problemi di apprendimento e di memoria simili in entrambi i sessi. L'unica differenza riscontrata è stata che le donne alcoliste hanno riferito di aver bevuto fortemente per un periodo di tempo equivalente a circa la metà di quello degli uomini.Ciò significa che il cervello delle donne, al pari degli altri organi, è più vulnerabile, rispetto agli uomini, ai danni causati dall'alcol. Altri studi a riguardo invece, non sono giunti a conclusioni definitive. Sono necessari quindi maggiori studi sull'argomento ma, secondo numerose evidenze scientifiche, pare che le donbne siano particolarmente vulnerabili agli effetti dell'alcol su numerosi organi principali.
Altre
cause dei danni cerebrali
Coloro che bevono grandi quantità di alcol
da lungo tempo corrono il rischio di sviluppare gravi e permanenti
cambiamenti cerebrali. I danni possono essere il risultato degli effetti
diretti dell'alcol sul cervello o del risultato indiretto di un cattivo stato
di salute generale o da una grave patologia al fegato.
Una deficienza di tiamina per
esempio, si verifica comunemente in soggetti affetti da alcolismo e deriva da
una cattiva alimentazione generale. La tiamina, nota anche come vit. B1, e
presente in alimenti quali la carne, i cereli, le noci, i legumi e la
soia, è un elemento essenziale necessario a tutti i tessuti, cervello compreso.
Fino all'80% degli alcolisti presenta una deficienza di tiamina e alcune di
queste persone svilupperanno gravi disturbi mentali quali la sindrome di
Wernicke-Korsakoff (WKS). Si tratta di una patologia costituita da due
diverse sindromi, una grave condizione chiamata encefalopatia di Wernicke ed
una condizione debilitante nota come psicosi di Korsakoff. I sintomi dell'encefalopatia
di Wernicke comprendono: confusone, paralisi dei nervi oculari e difficoltà di
coordinazione dei muscoli. I pazienti con encefalopatia di wernicke potrebbero
avere difficoltà a traovare la via d'uscita all'interno di una stanza o essere
addirittura incapaci di deambulare. Circa l'80-90% dei soggetti alcolisti con
encefalopatia di Wernicke sviluppano anche psicosi di Korsakoffm, una sindrome
cronica e debilitante caratterizzata da persistenti problemi di apprendimento e
di memoria. I pazienti affetti da questa sindrome sono smemorati e ed hanno
difficoltà a deambulare e a coordinare i movimenti. Oltre a non
riuscire a ricordare vecchie informazioni, hanno difficotà anche ad
acquisirne di nuove.
Patologie
al fegato
L'assunzione di alcol in forti quantità e
per lunghi periodi di tempo può danneggiare il fegato, l'organo principalmente
responsabile della metabolizzazione dell'alcol. Molte persone tuttavia,
potrebbero non essere al corrente della loro disfunzione al fegato, di avere ad
es. la cirrosi derivante dall'abuso di alcol, e ciò potrebbe causare danni al
cervello con un conseguente disturbo cerebrale potenzialmente mortale noto come
encefalopatia epatica.
L'encefalopatia epatica può causare cambiamenti del sonno, dell'umore e della personalità, condizioni psichiatriche quali l'ansia e la depressione, gravi effetti a livello cognitivo quale ad es. una minore capacità attentiva; nei casi più gravi può portare a coma potenzialmente mortale.
Nuove e sofisticate tecniche di visualizzazione hanno consentito ai ricercatori di studiare specifiche aree cerebrali di pazienti con patologie al fegato derivanti da uso alcolico importante, fornendo loro una più chiara comprensione di come si sviluppa l'encefalopatia epatica. Questi studi hanno confermato che almeno due sostanze tossiche, l'ammoniaca e il manganese, giocherebbero un ruolo cruciale nello sviluppo di questa patolgia. Le cellule del fegato danneggiate dall'alcol fanno sì che eccessive quantità di queste sostanze dannose entrino nell'organismo, danneggiando così le cellule cerebrali.
L'encefalopatia epatica può causare cambiamenti del sonno, dell'umore e della personalità, condizioni psichiatriche quali l'ansia e la depressione, gravi effetti a livello cognitivo quale ad es. una minore capacità attentiva; nei casi più gravi può portare a coma potenzialmente mortale.
Nuove e sofisticate tecniche di visualizzazione hanno consentito ai ricercatori di studiare specifiche aree cerebrali di pazienti con patologie al fegato derivanti da uso alcolico importante, fornendo loro una più chiara comprensione di come si sviluppa l'encefalopatia epatica. Questi studi hanno confermato che almeno due sostanze tossiche, l'ammoniaca e il manganese, giocherebbero un ruolo cruciale nello sviluppo di questa patolgia. Le cellule del fegato danneggiate dall'alcol fanno sì che eccessive quantità di queste sostanze dannose entrino nell'organismo, danneggiando così le cellule cerebrali.
La
valutazione dei danni cerebrali attraverso strumenti altamente sofisticati
I ricercatori che studiano gli effetti
dell'uso di alcol sul cervello si avvalgono del supporto di tecnologie
avanzate quali la visualizzazione attraverso risonanza magnetica (MRI), la
visualizzazione del tensore di diffusione (DTI), la tomografia ad emissione di
positroni (PET) e la mappatura elettrofisiologica del cervello. Questi
strumenti forniscono preziose informazioni sugli effetti dell'alcol sulla
struttura e sul funzionamento cerebrale.
L'assunzione di alcol in forti quantità e
per lunghi periodi può provocare il rimpicciolimento del cervello e una
deficienze di fibre (materia bianca) che trasportano le informazioni tra le
cellule nervose (materia grigia). La MRI e il DTI vengono utilizzate insieme
per valutare il cervello dei pazienti nel momento in cui interrompono
l'assunzione cronica di alcol e successivamente dopo lunghi periodi di
sobrietà, per monitorare possibili ricadute.
La formazione ed il recupero della memoria sono fortemente influenzati da fattori quali l'attenzione e la motivazione. Studi condotti con MRI stanno aiutando i ricercatori a determinare in che modo la memoria e l'attenzione migliorino con l'astinenza a lungo termine di alcol, e quali cambaimenti si verificano quando un paziente riprende a bere nuovamente. l'obiettivo di questi studi è quello di determinare quali effetti alcol-indotti sul cervello sono permanenti e quali possono essere annullati con l'astinenza.
La formazione ed il recupero della memoria sono fortemente influenzati da fattori quali l'attenzione e la motivazione. Studi condotti con MRI stanno aiutando i ricercatori a determinare in che modo la memoria e l'attenzione migliorino con l'astinenza a lungo termine di alcol, e quali cambaimenti si verificano quando un paziente riprende a bere nuovamente. l'obiettivo di questi studi è quello di determinare quali effetti alcol-indotti sul cervello sono permanenti e quali possono essere annullati con l'astinenza.
La visualizzazione con la PET consente ora
ai ricercatori di vedere i danni del cervello derivanti da una forte assunzione
di alcol. Questa "istantanea" delle funzioni cerebrali consente di
analizzare gli effetti dell'alcol sui vari sistemi di comunicazione delle
cellule nervose, così come sul metabolismo delle cellule cerebrali e sul flusso
sanguigno all'interno del cervello. Questi studi hanno rilevato dei deficit
nelle persone affette da alcolismo, in modo particolare nei lobi frontali
che sono responsabili delle numerose funzioni associate all'apprendimento e
alla memoria, così come nel cervelletto, che controlla il movimento e la
coordinazione. La PET è uno strumento promettente per monitorare gli
effetti del trattamento dell'alcolismo e l'astinenza su parti danneggiate del
cervello e può aiutare a sviluppare nuovi farmaci per correggere i deficit
chimici riscontrati nel cervello delle persone alcoldipendenti.
Un altro strumento, l'elettroencefalografo
(EEG), registra i segnali elettrici del cervello. Piccoli elettrodi vengono
collocati sul cuoio capelluto per rilevare questa attività elettrica, che poi
viene amplificata e raffigurata attraverso grafici come onde cerebrali, ossia
oscillazioni neurali. Queste onde cerebrali mostrano l'attività del cervello in
tempo reale.
Sintesi
I soggetti alcoldipendenti non sono tutti
uguali. Si hanno diversi livelli di compromissione, e la malattia ha diverse
origini a seconda degli individui. Allo stato attuale, non è stata
ancora individuata alcuna variabile responsabile da sola dei
deficit cerebrali presenti nelle persone affette da alcoldipendenza. Riuscire a
capire ciò che rende alcuni alcoldipendenti vulnerabili ai danni
cerebrali e altri no è ancora oggetto di studio.
La buona notizia è che la maggior parte dei
soggetti alcol-dipendenti con deficit cognitivi mostrano almeno alcuni
miglioramenti nella struttura e nel funzionamento cerebrale dopo un anno di
astinenza, anche se per alcuni è necessario più tempo.
Per aiutare i pazienti ad interromperer l'assunzione di alcol e per guarire dai deficit cerebrali alcol correlati è necessario prendere in considerazone vari metodi trattamento adattandoli al singolo individuo.
Per aiutare i pazienti ad interromperer l'assunzione di alcol e per guarire dai deficit cerebrali alcol correlati è necessario prendere in considerazone vari metodi trattamento adattandoli al singolo individuo.
Le avanzate tecnologie avranno un ruolo
importante nello sviluppo di queste terapie. Tecniche di visualizzazione del
cervello possono essere utilizzate per monitorare il corso e il successo dei
trattamenti poichè la visualizzazione è in grado di rilevare i cambiamenti
strutturali, funzionali e biochimici dei pazienti nel tempo. Sono in fase di
sviluppo poi anche nuovi promettenti farmaci per prevenire gli effetti
dannosi dell'alcol e per promuovere la ricrescita di cellule cerebrali in
sostituzione di quelle danneggiate dall'alcol.
Indicazioni
bibliografiche
A nord del cuore.
L'esperienza drammatica della droga come via di fuga da sé Simone
Maura ; L'Autore Libri Firenze
Cara droga. Cannabis,
ecstasy, cocaina, eroina e «nuove droghe». Guida pratica per
familiari, volontari, insegnanti, operatori e consumatori Lavazza
Susanna ; Franco Angeli
Diagnosi e valutazione nelle
tossicodipendenze e nell'alcolismo. Addiction severity index. Con CD-ROM Consoli
Augusto; Bennardo Alberico ; Centro Scientifico
Diagnosi e trattamento
dell'alcolismo. Manuale per le professioni di aiuto Edwards
Griffith; Marshall E. Jane; Cook Christopher C. ; Cortina
Raffaello
Musica , danza , divertimento , alcol , droga e anche sesso
......tutto un mondo inebriante , che affascina , attrae e trascina
,coinvolgendo mente e corpo , in una condizione di esaltazione di sensi e di
emozioni ..... E' lo “sballo” , dicono i giovani ( ma anche tanti altri non più
giovani ) , provare tutto ciò e trovarlo nei locali notturni , discoteche ed
altri locali, .........e i genitori spesso lasciano fare , anche perchè si sono
resi conto che ad ogni loro parola , di consiglio , di avvertimento , o di
rimprovero , corrisponde sistematicamente una reazione o di chiusura o di
aperta disobbedienza, difficilmente gestibile e che mettono in una condizione
di inferiorità , facendo temere eventuali rischiose controreazioni ...............Tutto
questo , quando fuori dal contesto familiare , gli interessi economici in tale
campo sono in modo evidente prevalenti , per i grossi guadagni dal consumo di
alcol e droghe , favoriti dalle purtroppo assai deboli campagne di informazione
, che invece dovrebbero doverosamente essere realizzate in misura più decisa e
in modo molto più incisivo dai competenti Organi istituzionali e pubblici ,
sulle dannose conseguenze per la salute e per altri seri motivi
socio-comportamentali ed economici , specialmente riguardo alle nuove
generazioni................Ma purtroppo , certi " valori " , già da
troppi anni , sono stati rinchiusi nel cassetto , se non addirittura , gettati
via come rifiuti , in nome di " false libertà " che in pratica , alla
fine , si tramutano in abusi e in auto-lesionismi , in crisi depressive e
purtroppo anche in morte
.Quando si ha una tanto giovane età , la coscienza è
immatura , la vita viene vissuta come un sogno , in un continuo desiderio di
nuove emozioni .....tutto questo lo sa benissimo chi ha perfettamente capito
come sfruttare a proprio vantaggio la fragilità giovanile , per far soldi a
palate , con la complicità di un contesto sociale moralmente sempre più
involuto e volutamente incapace di liberarsi dai propri vizi ed interessi
egoistici , ai limiti di un cinismo capace persino di trasformare in colpevoli
quelli che non sono altro che le vittime del degrado sociale provocato da
comportamenti generali , a volte anche a livelli istituzionali , di un
abbandono di regole e principi morali e di civiltà.